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sabato, marzo 04, 2017

Sdolcinatio non petita

Abbiamo già parlato della cosiddetta "alternanza scuola-lavoro" (con rispetto parlando sia per l'alternanza che per il lavoro).

Giunge notizia che nientemeno il MEF ha ospitato studenti dei quattro più prestigiosi Licei di Roma (il Giulio Cesare, quello immortalato da Venditti, il Tasso, il Righi, da cui è uscito diversi anni fa nientepopodimeno che il Sig. Ministro, e infine il Talete) per due progetti nell'ambito appunto della suddetta A-S-L.

Non stupisce che tali progetti non abbiano contemplato attività lavorative propriamente dette, ma si siano svolti (a quanto si evince dal comunicato) in modalità conferenziali e di attività di problem solving di gruppo. Qualcuno potrebbe obiettare che queste sono esattamente attività lavorative, a livello dirigenziale medio-alto. E ciò non fa che confermare la sensazione elitaria che queste esperienze lasciano nell'animo di chi, invece, vive quotidianamente ben altre realtà scolastiche, lavorative e, perché no, di alternanza scuola-lavoro.

Insomma, come dice il proverbio, figli e figliastri. Chissà se un giorno i figliastri si sveglieranno, rifiutando il loro triste destino.

domenica, marzo 25, 2012

Achille e la Tartaruga

Secondo le norme attuali (come recentemente modificate dal Decreto Salva-i-ricchi), dovrei andare in pensione a 66 anni e 3 mesi, cioè nel corso del 2020.

Dal 2012 al 2020 decorrono 8 anni. Tenendo presente un "adeguamento della speranza di vita media" di 3 mesi all'anno (come sembra di capire dal sito INPS), questo orizzonte si allontanerà di altri (3x8=24 mesi) 2 anni, cioè nel 2020 scoprirò che la mia età pensionabile sarà diventata di 68 anni circa, spostando l'agognata data al 2022. Dal 2020 al 2022 passeranno altri 2 anni, quindi il tutto si sposterà presumibilmente in avanti di altri 3x2=6 mesi, ovvero nel 2023.

In altre parole, dopo 34 anni di ininterrotta vita lavorativa (allo stato attuale), dovrei andare in pensione a 69 anni. Se lavorassi in questi ulteriori 11 anni avrei accumulato 45 anni di lavoro. Altrimenti posso tranquillamente morire d'inedia, sollevando lo Stato dall'onere di dovermi pagare una pensione.

Il mitico Achille che insegue la Tartaruga e non l'ha ancora raggiunta... mi fa un baffo!

venerdì, marzo 02, 2012

Il ragionamento della bilancia

Leggo parecchie baggianate, specialmente negli ultimi tempi, tutte accomunate da questo (apparentemente) semplice ragionamento: se facciamo "questo", allora avremo risolto il problema "quellaltro". Come se fossero i due piatti della stessa bilancia. Ma se invece guardiamo meglio, scopriamo che "questo" e "quellaltro" non sono affatto i due piatti della stessa bilancia, e magari non sono nemmeno piatti di una qualsiasi bilancia.

Due esempi.

1. "Una maggiore facilità di licenziamento produce una maggiore occupazione". Qui si nasconde il fatto che non giochiamo a capacità produttiva e occupazionale costante (né a livello di tutta la società, né tantomeno all'interno di una singola azienda). Ci sono periodi storico-economici in cui semplicemente serve meno manodopera, e la maggiore facilità di licenziamento agevola la riduzione di manodopera. Stop. Con buona pace di tutti gli altri discorsi sulla tanto agognata stabilizzazione del lavori precari.

2. "La costruzione di una ferrovia veloce e capiente riduce il traffico su strada (principalmente delle merci)". Si nasconde il fatto che la concorrenza fra ferrovia e strada, tanto più per il trasporto merci, non dipende dalla disponibilità del mezzo, ma dalle esigenze di trasporto frazionato e dalle cattive abitudini alimentate per decenni da cattive politiche infrastrutturali. Inoltre, l'uso del mezzo ferroviario dipende dalle specifiche realtà produttive che quella specifica ferrovia metterebbe in comunicazione, e, parlando più in generale, da un piano di sviluppo industriale nazionale, che non solo non esiste oggi in Italia, ma che non mi risulta che nessuno stia nemmeno mettendo in cantiere. Per "marciare a vista" si fanno bastare le infrastrutture esistenti, concentrandosi sulla manutenzione migliorativa. Per gli investimenti infrastrutturali serve ben altra "visione".

Conclusione: il "ragionamento della bilancia" nasconde spesso una velleità di risolvere "alla spiccia" problemi che tanto spicci non sono, né dal punto di vista sociale, né da quello economico.

sabato, gennaio 28, 2012

Una follia

Pensavo fra me: immagina uno Stato che abolisca tutte le tasse, per tutti i cittadini. Certo, simultaneamente dovrebbe rendere a pagamento ogni suo servizio, dalla sanità alla scuola, così pure i servizi comunali (nettezza urbana, asili) e tutto il resto. Ogni cosa dovrebbe essere pagata di tasca propria dai cittadini, e non avrebbe certo "prezzi  politici", ma semplicemente prezzi che consentano ad ogni amministrazione o ente almeno il pareggio di bilancio.

Sarebbe una specie di americanizzazione (nel senso USA) della società, in cui sorgerebbero forme assicurative o previdenziali private (o pubbliche, però ispirate ai medesimi criteri di bilancio). Ci sarebbe più liquidità e anche maggiore circolazione di denaro.

Sarebbe l'esatto contrario dello "Stato sociale" invocato da alcuni e sempre più lontano. Sarebbe più stabile, o più instabile? Non lo so. Certo non avrebbe molto senso pagare ancora un Parlamento, e forse nemmeno una Magistratura, né una Polizia che facesse rispettare la Legge, per non parlare dei Ministeri, Regioni, Province, Comuni. Chi ne avesse i mezzi, forse assolderebbe qualche servizio di Polizia privata (o statale a pagamento), gli altri si affiderebbero forse al "fai da te" o al "volemose bene".

Ci sarebbe un corri-corri ad accaparrarsi le infrastrutture maggiormente utilizzate: autostrade, ferrovie, elettricità, gas, acquedotti: la concorrenza sarebbe molto più dura di quella che conosciamo e l'ingerenza straniera (i tanto invocati "investimenti") sarebbe piuttosto forte. La mafia sparirebbe di colpo come fenomeno illegale, entrando di forza a far parte dell'economia, senza doversi più nascondere. Per alcune attività il "pizzo" prenderebbe il posto delle tasse.

Mi fermo qui, perché sto parlando di una follia, che non vedrà mai la luce in Italia, vero?

venerdì, gennaio 20, 2012

Note a margine

Note a margine  della trasmissione "Servizio Pubblico", vista ieri sera (19 gennaio):

  1. quando si parla di "creare le condizioni affinché gli investitori investano in Italia (per creare posti di lavoro)", non ho ancora trovato nessuno che sappia fare una lista di queste "condizioni": parliamo del fumo o di cose concrete? e di quali cose concrete? abolire i sindacati? abolire il concetto di "orario di lavoro"? sinceramente, non saprei
  2. il sindacalista della CGIL, secondo me, avrebbe potuto invitare i manifestanti siciliani (i "forconi") alla manifestazione di Roma, o meglio avrebbe potuto proporre, se i manifestanti fossero stati d'accordo, di spostare la manifestazione in Sicilia, confrontando e possibilmente unendo le rivendicazioni dei lavoratori e dei "forconi" -- non  ci ha pensato, oppure?
  3. perché i "forconi" siciliani avevano quasi tutti tuta blu e cappellino col logo e la scritta del "movimento dei forconi"? hanno un manager della comunicazione televisiva? chi glieli ha forniti? è un'iniziativa "spontanea" (e allora vorrei capire se finanziata da qualcuno o autofinanziata) o una trovata di Santoro?

domenica, gennaio 01, 2012

Anno nuovo

Anno nuovo... molte incognite.

Almeno per chi come me non è addentro alle "segrete cose" che certamente sono già state studiate e decise da chi può farlo.

Faccio questo pensiero, e lo distribuisco su due filoni differenti, per quanto in qualche modo legati fra loro: sul piano lavorativo personale (incertezza sul perdurare di una situazione incerta), e su quello più generale, diciamo politico-economico (mancanza di informazioni, scarsa chiarezza nella comunicazione).

Sul secondo punto, mi sembra (è un'impressione personale, prima che una valutazione politica) che si punti su quella tattica molto usata dai venditori di immobili di qualche tempo addietro: "se le piace, decida subito, perché ho già altre proposte d'acquisto: bisogna far presto".


Ma, si sa, il tempo è galantuomo (forse l'ultimo rimasto), e tutti i nodi infine vengono al pettine.


Sembro quasi mia nonna, che parlava per proverbi: ma chissà che in fondo non avesse ragione.

venerdì, dicembre 09, 2011

due storie

Oggi vi racconto due storie, una inventata e una... inventata.

Storia inventata.
Sono proprietario di un campo, dove spesso pascolano le pecore. Sotto quel campo c'è un bel giacimento di petrolio (accertato scientificamente, con tutte le misure necessarie). Arriva uno che traffica col petrolio e mi fa: "Vuoi darmi il tuo campo?". Io gli dico: "Quanto sei disposto a pagare?" e lui: "Ma guarda, io ho un sacco di spese per la trivellazione, l'estrazione, il trasporto in raffineria, la raffinazione e infine la distribuzione del carburante. Non posso darti nemmeno un centesimo". Ci penso un po' e rispondo: "Mi dispiace, non se ne fa nulla. Cercherò chi è disposto a pagare".

Storia inventata, o quasi.
Sono proprietario di una serie di frequenze televisive, libere perché ho già diversi canali TV: sono uno Stato e devo offrire un servizio ai cittadini. In cambio mi faccio pagare un canone. Arriva uno che traffica con le TV e mi fa: "Vuoi darmi le tue frequenze TV?". Io gli dico: "Quanto sei disposto a pagare?" e lui: "Ma guarda, ho un sacco di spese per le antenne, gli impianti, gli studi e il personale. Non posso darti nemmeno un centesimo". Ci penso un po' e rispondo: "Va bene, ti concedo le mie frequenze in uso gratuito".

Trovate le differenze.

lunedì, dicembre 05, 2011

Ve l'avevo detto!



Che cosa prevede la "manovra" proposta dal Governo?


  • aumento aliquote IVA, che notoriamente è un'imposta indiretta, quindi colpisce iniquamente tutti i redditi in modo uguale: magari non subito, ma l'annuncio provocherà da subito un aumento preventivo dei prezzi (dopo Natale, ché i commercianti temono l'effetto boomerang)
  • tassazione sulla prima casa, basata sulle rendite catastali e non sul reddito del proprietario: esattamente come avevo previsto, con l'aggiunta della rivalutaizone del 3% degli estimi catastali
  • nuove tasse per i servizi comunali, anch'esse basate sulle rendite catastali e non sul reddito: idem come sopra 
Quando avete detto che comincerete a trattarci con equità? Per ora non ne vedo in giro, e nemmeno dietro l'angolo. Lacrime di coccodrillo comprese.

sabato, agosto 06, 2011

Aspettando Pechino

Le vicende economiche internazionali e nazionali di questi giorni riportano alla ribalta le contraddizioni di un'organizzazione sociale basata sulla Finanza (non più sull'Economia).

Al di là dei formalismi dietro i quali si nascondono, le Leggi fondamentali sono soltanto tre:

  • la Legge del Più Forte
  • Mors Tua Vita Mea
  • Guai ai Vinti 
In questa idilliaca situazione, chi sembra resistere meglio sono i popoli e i paesi che fingono di "stare alla finestra", come la Cina. Ma farebbero bene ad essere più accorti, ché la leva della globalizzazione agisce anche al contrario.