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venerdì, novembre 01, 2019

Pessimismo politico

Ricordo le parole di Giorgio Gaber a proposito di Berlusconi: "non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me". Tradotto: c'è un sacco di elettori che vorrebbero essere come Salvini, la Meloni e un po' meno, ormai, come Berlusconi. E quindi li votano, sperando che loro li aiutino ad evadere meglio le tasse, essere strafottenti, sentirsi ferventi cattolici, amanti della famiglia tradizionale, ecc. ecc. Servirebbe qualcuno che li svegliasse da questo incubo. Ma ti pare che si possano vincere le elezioni, oggi in Italia, parlando di equità sociale? di giustizia? di lotta alla corruzione? No, se c'è il magna-magna prima o poi qualche briciola arriva anche per certi elettori.

Sento spesso parlare di "alternativa credibile" (che a sinistra non c'è): alternativa a che cosa, esattamente? all'ammucchiata Salvini + Meloni + Berlusconi? alla mentalità fascistoide e "furbetta" di molti italiani? abbiamo visto che la destra, appena è andata al potere, ha occupato militarmente la RAI, e non credo che la cosiddetta TV commerciale sia anche vagamente "di sinistra". Di conseguenza, non è così strano che le trasmissioni televisive siano progettate per diffondere malumore, ignoranza e (aggiungo) egoismo. 

Un partito "di sinistra" (qualunque cosa voglia dire, o quasi) non si crea dall'alto, non basta (e forse non serve) un capo carismatico che trascini le folle. La sinistra (quella che può creare una alternativa alla mentalità fascio-populista) nasce dal basso, dalla riflessione sui problemi esistenti fatta da chi quei problemi li vive ogni giorno sulla propria pelle. Finché l'obiettivo personale di molti resterà (come sembra essere ora) sopravvivere alla meno peggio, furbacchiare a scapito di chi sta male allo stesso modo per cercare di andare un millimetro più avanti a livello personale, non intravedo grossi cambiamenti.

giovedì, settembre 14, 2017

Automobili, Telefoni, TV

"È uno strumento che facilita l’apprendimento, una straordinaria opportunità che deve essere governata. Se lasci un ragazzo solo con un tablet in mano è probabile che non impari nulla, che s’imbatta in fake news e scopra il cyberbullismo. Questo vale anche a casa. Se guidato da un insegnante preparato, e da genitori consapevoli, quel ragazzo può imparare cose importanti attraverso un media che gli è familiare: internet. Quello che autorizzeremo non sarà un telefono con cui gli studenti si faranno i fatti loro, sarà un nuovo strumento didattico". Così la Ministra1.

Parliamo dell'uso degli smartphone (e tablet) nelle aule scolastiche.

Non si può farne un discorso assoluto: aspettiamo la Circolare annunciata (nella medesima intervista), ma nel frattempo facciamo lavorare la nostra intelligenza.

Uno dei rischi della "liberalizzazione" dell'uso di smartphone in classe è senza dubbio la discriminazione sociale: nell'ipotesi in cui la Scuola non fornisca questi strumenti "uguali per tutti" (e finora non ci sono indizi in tal senso) non tutti gli alunni possono permettersi device di uguale potenza e ancora peggio non tutti gli alunni (famiglie) possono permettersi un telefonino per ogni figlio in età scolastica.

L'altro aspetto poco chiaro (e di non facile attuazione) è quello secondo cui gli studenti non si faranno "i fatti loro": le misure tecniche ci sarebbero, ma imporle di botto a tutte le scuole (ricordiamo, a partire dalle Elementari) sembra pura utopia. Inoltre, sorvolo sui rischi insiti in tutte le situazioni di BYOD, come sembra essere questa, e sulle considerazioni relative alla Salute fisica e mentale di soggetti molto giovani.

In definitiva, al netto delle Circolari, sulle quali mi permetto di esprimere qualche riserva, mancano tuttora:


  • i presupposti per una Scuola dell'obbligo equa e aperta a tutte le componenti sociali
  • i presupposti infrastrutturali
  • i presupposti formativi e informativi relativamente agli insegnanti e al personale scolastico in genere


Sembra quindi di essere di fronte a una mossa propagandistica (pre-elettorale?) senza grande futuro o con un futuro peggiore del "male" che si prefigge di superare.

Spero di essere smentito (davvero) nei fatti.

___
1 Intervista della Ministra Valeria Fedeli a Repubblica del 12 settembre 2017 
http://www.repubblica.it/scuola/2017/09/12/news/la_svolta_della_ministra_smartphone_in_aula_dico_si_sono_un_aiuto_-175262917/

sabato, marzo 04, 2017

Sdolcinatio non petita

Abbiamo già parlato della cosiddetta "alternanza scuola-lavoro" (con rispetto parlando sia per l'alternanza che per il lavoro).

Giunge notizia che nientemeno il MEF ha ospitato studenti dei quattro più prestigiosi Licei di Roma (il Giulio Cesare, quello immortalato da Venditti, il Tasso, il Righi, da cui è uscito diversi anni fa nientepopodimeno che il Sig. Ministro, e infine il Talete) per due progetti nell'ambito appunto della suddetta A-S-L.

Non stupisce che tali progetti non abbiano contemplato attività lavorative propriamente dette, ma si siano svolti (a quanto si evince dal comunicato) in modalità conferenziali e di attività di problem solving di gruppo. Qualcuno potrebbe obiettare che queste sono esattamente attività lavorative, a livello dirigenziale medio-alto. E ciò non fa che confermare la sensazione elitaria che queste esperienze lasciano nell'animo di chi, invece, vive quotidianamente ben altre realtà scolastiche, lavorative e, perché no, di alternanza scuola-lavoro.

Insomma, come dice il proverbio, figli e figliastri. Chissà se un giorno i figliastri si sveglieranno, rifiutando il loro triste destino.

lunedì, febbraio 20, 2017

Fantasie

Proviamo a immaginare un prossimo futuro politico in Italia.

Diciamo che il PD si scinde in soli due pezzi:
  • PD-1 con Renzi & co
  • PD-2 con gli altri (non importa citare i nomi)
Chi si presenterà alle prossime Elezioni politiche (che siano a settembre 2017 o alla scadenza naturale, a primavera 2018), con le relative percentuali di voti:

  • PD-1
    •  30%
  • PD-2
    • 15%
  • M5S
    • 33%
  • SI
    • 7%
  • FI
    • 9%
  • Altri di destra
    • 5% (complessivamente)

A questo punto è lecito chiedersi come si formerebbe il nuovo governo.

Si potrebbe ipotizzare una coalizione PD-1 con PD-2: ma allora la scissione? che senso (politico) aveva? certamente una parte del PD-2 non sosterrebbe il Governo "di Renzi", e forse si andrebbe incontro a una ulteriore scissione. In ogni caso, difficilmente questo Governo otterrebbe il 40% dei seggi in entrambi i rami del Parlamento e dovrebbe inoltre fronteggiare tre diverse opposizioni (M5S, SI, FI+eventuali destre) per un totale di circa il 60% dei seggi, seppure politicamente abbastanza divisi.

Un'altra ipotesi sarebbe il Governo capeggiato da M5S: con quali alleati? Forse una piccola parte del PD-2, certamente non SI, e allora resterebbe FI con l'aggiunta dei seggi eventualmente conquistati dalle altre destre che fossero riuscite a superare lo sbarramento: comunque "peggio" di FI come alleati M5S. Però l'esperienza del Comune di Roma potrebbe aver insegnato qualcosa. Anche in questo caso le opposizioni (PD-1, gran parte del PD-2, SI) formerebbero un fronte ampio e nemmeno troppo eterogeneo politicamente.

Una terza ipotesi prevederebbe un Governo di unità delle "sinistre": PD-1, PD-2, con l'appoggio esterno di SI (nelle ipotesi fatte, 52%). Questo comporterebbe un certo immobilismo nelle scelte politiche, e una prevedibile difficoltà nella approvazione delle Leggi di bilancio.

Altre ipotesi non mi sembrano al momento visibili, a meno di modifiche sostanziali alla Legge elettorale. In ogni caso, sembrano scenari di ingovernabilità simili a quelli visti in Portogallo recentemente.

martedì, marzo 19, 2013

Pensieri in silenzio

Ho taciuto a lungo, su questo Blog. Tanto. Forse troppo.

Ora vorrei mettere "nero su bianco" alcuni miei pensieri sparsi, che mi ronzano per la testa e attraversano la mia coscienza politica da circa un anno.

Inutile ricordare che cosa sia la Democrazia (tanto ognuno ne ha un suo particolare concetto, come succede per la Religione), inutile anche ritornare su temi come i Partiti o la Legge Elettorale italiana.

Secondo me (e spero che possa essere un pensiero condiviso), al di là delle dichiarazioni fatte dentro e fuori delle campagne elettorali, ogni partito ha come obiettivo la difesa degli interessi di qualcosa o di qualcuno: può trattarsi, tradizionalmente, di una classe sociale, economico-sociale, di un gruppo di interesse (non necessariamente economico, ma spesso è così), o altro.

Facciamo qualche esempio, da prendere con tutti i dovuti "secondo me": il PDL difende gli interessi della classe sociale imprenditoriale (e in quanto facente parte di questa classe, del suo "capo"), di una parte dei liberi professionisti, di una parte dei piccoli e medi commercianti e simili. Il partito di Monti difende gli interessi della Finanza (Banche, Assicurazioni), di una parte degli imprenditori e simili. Il PD difende gli interessi della cosiddetta classe media, degli stipendiati, siano essi statali o dipendenti privati, dei piccoli pensionati (esclusi ex dirigenti con le pensioni d'oro) e simili. Procedendo analogamente, posso facilmente immaginare chi o che cosa difendano o rappresentino i partiti che più esplicitamente si dichiarano "di destra", così come al contrario quelli di "estrema sinistra".

Il mio pensiero immaginativo, invece, si ferma davanti al M5S: chi o che cosa rappresentano? Quali interessi socio-economici intendono difendere? Non basta rispondere: "I giovani". Esistono diverse varietà di "giovani", a seconda della classe sociale ed economica da cui provengono e anche della classe sociale ed economica a cui aspirano aderire nel corso della loro vita. Non basta rispondere: "Quelli che non sopportano più l'attuale politica". Se si vuole davvero rivoluzionare il sistema politico, non si va in Parlamento a votare scheda bianca su tutto. Si cerca di aggregare consenso fra le masse, si forma un'idea politica, sociale ed economica, quello che si chiama "modello ideale di società", e su quello ci si confronta con gli altri (in democrazia).

Ecco, sinceramente non riesco a captare quale sia il "modello ideale di società" sognato dal M5S. Forse qualcosa di simile all'Anarchia? Naaa! Nessun vero Anarchico si sognerebbe di andare a votare, figuriamoci entrare in Parlamento. Non riesco a "leggere fra le righe" che ruolo dovrebbe avere, secondo il M5S, per esempio, l'Istruzione: se va bene quella Pubblica come esiste ora, se andrebbe riformata e come. Non riesco a capire né a immaginare che tipo di Stato hanno in mente: centralizzato, no di certo. Distribuito e gestito tramite Internet? Ma dimenticano che Internet è uno strumento, non un metodo, tantomeno un contenuto o un indirizzo politico. E il lavoro? Va bene l'organizzazione neo-liberista, oppure optano per qualcosa di diverso? E in dettaglio, diverso come? Più controllo? Meno controllo e burocrazia? E i reati? Quelli grossi e importanti, che hanno condizionato e continuano a condizionare la vita di tutti i giorni di tutti i cittadini, che fine fanno? Oppure "il problema di Palermo è il traffico"? [cit.]

Ecco, in questo senso sono piuttosto allarmato, e per niente tranquillo: staremo a vedere, purché poi non  sia troppo tardi.

sabato, maggio 19, 2012

Melissa è figlia mia

La mafia uccide quando ha paura. Uccide nell'estremo tentativo di tenere in mano un potere militare sul territorio, che è figlio di fortissimi interessi economici.

Oggi a Brindisi la mafia ha colpito vite innocenti. Maggiore l'orrore, maggiore il terrore che si tenta di instillare nella vita dei cittadini onesti.

Per la mafia è inaccettabile che nasca una generazione di giovani con la speranza, con l'ideale di una vita migliore, senza l'oppressione dei potenti, senza essere sempre costretti a elemosinare il lavoro, oppure a emigrare, senza che si parli più di "voto di scambio". "Giù la testa, non potete fare a meno di noi" questo è il messaggio intriso di sangue e di violenza che la mafia vuole spargere in tutti i territori che, con la complicità di chi per decenni è stato assente e ha chiuso gli occhi, ritiene di aver conquistato, al sud come al centro e al nord d'Italia.

Per questo io oggi dico: Melissa è anche figlia mia, una ragazza innocente immolata sull'altare dell'illegalità, della violenza, del potere cieco e assoluto. Per questo Melissa non morirà mai nel cuore di chi rifiuta la mafia e la violenza.

mercoledì, maggio 16, 2012

Delegittimare Saviano

In questo blog non parlo mai di televisione, anche perché la TV non ce l'ho e quindi non la guardo.

Molto recentemente, tuttavia, leggo (anche in rete) pesanti critiche al programma televisivo di Fazio e Saviano. Posso capire che il "format" sia abbondantemente "televisivo", posso capire che Fazio risulti a volte eccessivo nei modi e Saviano piuttosto indigesto a chi è abituato a ben altro tipo di televisione.

Quello che non capisco, o meglio in un certo senso lo capisco ma lo rigetto, è la critica al "personaggio" Saviano, la distruzione quasi sistematica di Saviano come scrittore (cosa che è assolutamente fuori contesto, in TV), e in definitiva il tentativo di delegittimazione delle sue parole, di tutto quello che ha detto e fatto (e continua a dire e fare) contro la Camorra, e che ovviamente gli costa un pesante isolamento.

Giornalisti, commentatori, "pierini" dell'ultima ora saltano su a spiegare quanti luoghi comuni sono riusciti a ritrovare nelle parole di Saviano. Bravi. Così si fa, questo è ciò che si aspettano i padroni, i detentori del potere, sia quelli palesi che quelli che operano "dietro le quinte" a Gomorra.

venerdì, marzo 02, 2012

Il ragionamento della bilancia

Leggo parecchie baggianate, specialmente negli ultimi tempi, tutte accomunate da questo (apparentemente) semplice ragionamento: se facciamo "questo", allora avremo risolto il problema "quellaltro". Come se fossero i due piatti della stessa bilancia. Ma se invece guardiamo meglio, scopriamo che "questo" e "quellaltro" non sono affatto i due piatti della stessa bilancia, e magari non sono nemmeno piatti di una qualsiasi bilancia.

Due esempi.

1. "Una maggiore facilità di licenziamento produce una maggiore occupazione". Qui si nasconde il fatto che non giochiamo a capacità produttiva e occupazionale costante (né a livello di tutta la società, né tantomeno all'interno di una singola azienda). Ci sono periodi storico-economici in cui semplicemente serve meno manodopera, e la maggiore facilità di licenziamento agevola la riduzione di manodopera. Stop. Con buona pace di tutti gli altri discorsi sulla tanto agognata stabilizzazione del lavori precari.

2. "La costruzione di una ferrovia veloce e capiente riduce il traffico su strada (principalmente delle merci)". Si nasconde il fatto che la concorrenza fra ferrovia e strada, tanto più per il trasporto merci, non dipende dalla disponibilità del mezzo, ma dalle esigenze di trasporto frazionato e dalle cattive abitudini alimentate per decenni da cattive politiche infrastrutturali. Inoltre, l'uso del mezzo ferroviario dipende dalle specifiche realtà produttive che quella specifica ferrovia metterebbe in comunicazione, e, parlando più in generale, da un piano di sviluppo industriale nazionale, che non solo non esiste oggi in Italia, ma che non mi risulta che nessuno stia nemmeno mettendo in cantiere. Per "marciare a vista" si fanno bastare le infrastrutture esistenti, concentrandosi sulla manutenzione migliorativa. Per gli investimenti infrastrutturali serve ben altra "visione".

Conclusione: il "ragionamento della bilancia" nasconde spesso una velleità di risolvere "alla spiccia" problemi che tanto spicci non sono, né dal punto di vista sociale, né da quello economico.

sabato, gennaio 28, 2012

Una follia

Pensavo fra me: immagina uno Stato che abolisca tutte le tasse, per tutti i cittadini. Certo, simultaneamente dovrebbe rendere a pagamento ogni suo servizio, dalla sanità alla scuola, così pure i servizi comunali (nettezza urbana, asili) e tutto il resto. Ogni cosa dovrebbe essere pagata di tasca propria dai cittadini, e non avrebbe certo "prezzi  politici", ma semplicemente prezzi che consentano ad ogni amministrazione o ente almeno il pareggio di bilancio.

Sarebbe una specie di americanizzazione (nel senso USA) della società, in cui sorgerebbero forme assicurative o previdenziali private (o pubbliche, però ispirate ai medesimi criteri di bilancio). Ci sarebbe più liquidità e anche maggiore circolazione di denaro.

Sarebbe l'esatto contrario dello "Stato sociale" invocato da alcuni e sempre più lontano. Sarebbe più stabile, o più instabile? Non lo so. Certo non avrebbe molto senso pagare ancora un Parlamento, e forse nemmeno una Magistratura, né una Polizia che facesse rispettare la Legge, per non parlare dei Ministeri, Regioni, Province, Comuni. Chi ne avesse i mezzi, forse assolderebbe qualche servizio di Polizia privata (o statale a pagamento), gli altri si affiderebbero forse al "fai da te" o al "volemose bene".

Ci sarebbe un corri-corri ad accaparrarsi le infrastrutture maggiormente utilizzate: autostrade, ferrovie, elettricità, gas, acquedotti: la concorrenza sarebbe molto più dura di quella che conosciamo e l'ingerenza straniera (i tanto invocati "investimenti") sarebbe piuttosto forte. La mafia sparirebbe di colpo come fenomeno illegale, entrando di forza a far parte dell'economia, senza doversi più nascondere. Per alcune attività il "pizzo" prenderebbe il posto delle tasse.

Mi fermo qui, perché sto parlando di una follia, che non vedrà mai la luce in Italia, vero?

venerdì, gennaio 20, 2012

Note a margine

Note a margine  della trasmissione "Servizio Pubblico", vista ieri sera (19 gennaio):

  1. quando si parla di "creare le condizioni affinché gli investitori investano in Italia (per creare posti di lavoro)", non ho ancora trovato nessuno che sappia fare una lista di queste "condizioni": parliamo del fumo o di cose concrete? e di quali cose concrete? abolire i sindacati? abolire il concetto di "orario di lavoro"? sinceramente, non saprei
  2. il sindacalista della CGIL, secondo me, avrebbe potuto invitare i manifestanti siciliani (i "forconi") alla manifestazione di Roma, o meglio avrebbe potuto proporre, se i manifestanti fossero stati d'accordo, di spostare la manifestazione in Sicilia, confrontando e possibilmente unendo le rivendicazioni dei lavoratori e dei "forconi" -- non  ci ha pensato, oppure?
  3. perché i "forconi" siciliani avevano quasi tutti tuta blu e cappellino col logo e la scritta del "movimento dei forconi"? hanno un manager della comunicazione televisiva? chi glieli ha forniti? è un'iniziativa "spontanea" (e allora vorrei capire se finanziata da qualcuno o autofinanziata) o una trovata di Santoro?

domenica, gennaio 01, 2012

Anno nuovo

Anno nuovo... molte incognite.

Almeno per chi come me non è addentro alle "segrete cose" che certamente sono già state studiate e decise da chi può farlo.

Faccio questo pensiero, e lo distribuisco su due filoni differenti, per quanto in qualche modo legati fra loro: sul piano lavorativo personale (incertezza sul perdurare di una situazione incerta), e su quello più generale, diciamo politico-economico (mancanza di informazioni, scarsa chiarezza nella comunicazione).

Sul secondo punto, mi sembra (è un'impressione personale, prima che una valutazione politica) che si punti su quella tattica molto usata dai venditori di immobili di qualche tempo addietro: "se le piace, decida subito, perché ho già altre proposte d'acquisto: bisogna far presto".


Ma, si sa, il tempo è galantuomo (forse l'ultimo rimasto), e tutti i nodi infine vengono al pettine.


Sembro quasi mia nonna, che parlava per proverbi: ma chissà che in fondo non avesse ragione.

giovedì, settembre 03, 2009

L'incubo antidemocratico

Il 3 agosto scorso, in occasione del cambio di direzione al quotidiano 'Il Giornale', scriveva Giampaolo Pansa:
'Dalla carta stampata colerà il sangue e anche qualcosa di più immondo. E mi chiedo se tutto questo servirà a migliorare la credibilità del giornalismo italiano. La mia risposta è netta: no. Servirà soltanto a rendere più infernale la bolgia che stiamo vivendo'.

(secondo quanto riportato nella lettera di dimissioni di Dino Boffo da direttore del quotidiano "Avvenire" - 3 settembre 2009 - via: Repubblica)